Riportiamo i pensieri di Martin Dempster, giornalista che scrive di golf su THE SCOTSMAN dopo il suo giro di golf di domenica scorsa a Fife in Scozia.
Noi golfisti a digiuno ci aggiungimo anche un bel: “E beato lui….!”
“Enjoy your game”, questo ci è stato detto da un uomo che non avevo mai visto prima mentre io ed un amico ci stavamo avvicinando al tee della 1 ad Aberdour domenica pomeriggio.
Alla luce di tutto ciò che sta accadendo in questo momento a causa del coronavirus, ho temuto che qualcuno stava effettivamente aspettando sul tee per dirci che non avremmo potuto giocare.
A dire la verità, ero stato messo leggermente in guardia da notizie che giravano sui social: non è possibile estrarre la bandiera o rastrellare un bunker senza toccarne la superficie che potrebbe essere infetta ed altri discorsi che oramai sono all’ordine del giorno…
Di conseguenza, dall’inizio alla fine del mio giro, ho prestato molta più attenzione del normale a ciò che stavo facendo sul percorso. Devo dire che in tutto ciò non c’è stato nulla che mi abbia lasciato motivo di preoccupazione o timori per un eventuale rischio di non poter continuare a giocare nelle settimane e nei mesi a venire.
Sono entrato in Clubhouse con una carta magnetica e ho recuperato i bastoni e le scarpe da golf dal mio armadietto, sentendomi molto a mio agio.
Per quanto riguarda le preoccupazioni sopra menzionate su aste delle bandiere, rastrelli dei bunker ed anche il gesto di dover raccogliere la palla dalla buca, in realtà si sono dimostrati facili da superare tenendo presente, ovviamente, che il golf è un gioco che, per la maggior parte delle persone, implica già indossare un guanto.
Abbiamo deciso di puttare sempre lasciando dentro l’asta , oramai consentito nel gioco ed anche nelle competizioni. Di solito mi tolgo il guanto sul putt, ma in questa occasione non l’ho fatto e non ho avuto alcuna preoccupazione a mettere la mia mano in buca per raccogliere la palla. Ho anche usato la mano sinistra per raccogliere un rastrello in un paio di occasioni.
Una o due volte, ho avuto pensieri che mi sono passati per la testa – ad esempio quando mettevo il tee nel terreno – ma, onestamente, non c’era assolutamente nulla che mi ha lasciato pensare che il golf non dovesse essere incoraggiato nella situazione attuale.
Su un campo da golf è difficile che ti ritrovi in mezzo alla folla o a strettissimo contatto con qualcuno ed il numero massimo di giocatori che puoi avere in un gruppo è quattro.
Per me, il campo da golf è in assoluto uno dei posti più sicuri in cui chiunque possa trovarsi in questo momento e i medici esperti sono della stessa opinione. “Non sei in contatto con molte altre persone”, ha detto la dott.ssa Catherine Troisi, epidemiologa delle malattie infettive presso il Centro di scienza della salute dell’Università del Texas a Houston. “La luce solare e altre condizioni ambientali possono uccidere virus come questo, quindi è probabile che ciò sia vero anche per questo nuovo coronavirus. Quindi direi che giocando a golf, non si è a rischio di contagio”.
Sicuramente è necessario prestare alcune attenzioni in più rispetto al solito ed è probabile che vedremo delle clubhouse molto più vuote di quanto sarebbero normalmente.
E come direbbe quell’amico nel gruppo dietro di noi ad Aberdour domenica: “Keep enjoying your game”