Dopo il salto con l’asta, lo swing è il movimento più complesso di tutti gli sport.
Partiamo quindi da questo presupposto: il golf è difficilissimo e la nostra mente sa benissimo che deve ricordarsi migliaia di informazioni, grip, polsi, gomiti, braccia, busto… e come se non bastasse, dobbiamo considerare altri aspetti come il vento ed il lie della palla.
Questo aspetto è molto allenabile e testabile. Personalmente in driving range tiro alcune palline imponendomi di pensare solamente a polsi e grip, poi ne tiro altre pensando solamente al busto e i fianchi e così via.
Allenarci in questo modo è molto utile, perché impareremo a porre la concentrazione su una parte del corpo, così quando il maestro ci dirà cosa dobbiamo migliorare nello swing, saremo più pronti mentalmente a focalizzare la nostra attenzione su quell’aspetto specifico.
Ne approfitto per sottolineare che il Mental Coach non sostituisce il Maestro, ma semplicemente si occupa di un altro aspetto del gioco. Io per esempio collaboro in affiancamento ad un maestro sul campo: lui si occupa della tecnica e io della mente.
Le due figure non vanno in contrasto, collaborano per sviluppare al meglio il talento del giocatore.
Vi do appuntamento alla settimana prossima con un’altra pillola interessante, ma se vuoi leggere gli altri articoli visita la sezione qui su Wegolfers.