“Un campo da golf, per la sua vastità, è il luogo più adatto per fare attività salutare all’aria aperta, in quanto consente di mantenere la distanza di sicurezza imposta – insita nel gioco in sé come regola antecedente alla pandemia – se non addirittura di evitare i contatti diretti interpersonali. Il gioco del golf permette di contrastare ogni possibile forma di contagio da micro organismi patogeni per contatto o per prossimità. Inoltre, giocare a golf ossigena il corpo e allena la mente, aumenta lo stato di benessere e incide positivamente sul sistema immunitario.”
Con queste parole Mario Dragonetti, Presidente del Miglianico Golf Country Club, esprime il suo desiderio e la sua volontà di riprendere a praticare il suo amato sport e far ripartire il suo amato circolo.
Da passione personale a sfida professionale, il golf occupa una posizione di forte centralità nella vita di Dragonetti e lo dimostra anche l’impegno con cui si è dedicato, dal 2014, al golf club di Miglianico con una serie di iniziative e attività mirate al suo rilancio.
Anche nel golf l’emergenza Covid-19 ha causato diversi danni, sicuramente economici, ma non solo. Partendo dal principio, come avete reagito al decreto che ci ha imposto il lockdown?
Un decreto inaspettato… Abbiamo subito preso atto del momento e nello stesso tempo ci siamo organizzati per cercare di capire quali fossero i primi passi da fare. La mia prima preoccupazione è stata quella di mettere in sicurezza sanitaria il nostro personale, provvedendo immediatamente a sospendere le attività. Subito dopo sono subentrate tante altre preoccupazioni, come ad esempio quella economica, perché questa crisi è una crisi di cassa per alcune aziende ed in particolare la nostra; pertanto ho riunito il consiglio e abbiamo subito deliberato un intervento straordinario per far fronte al pagamento degli stipendi di Febbraio e, nello stesso tempo, provvedere ad attivare la cassa integrazione.
Quali problematiche ha comportato nella gestione del Golf Club questo periodo di isolamento e come vi siete organizzati per contrastarle?
La problematica più evidente è stata quella di salvaguardare il patrimonio del nostro club: abbiamo inoltrato richiesta al Prefetto per attivare in tempi brevissimi la manutenzione straordinaria del nostro campo, che era già in condizioni piuttosto critiche. Allo stesso tempo abbiamo dovuto gestire anche la delusione dei soci che, di colpo, si sono ritrovati a non poter praticare più il proprio sport. Ho sentito la vicinanza dei soci e mi ha fatto estremamente piacere ricevere sostegno e supporto da parte di alcuni di loro. Sostegno che avremmo desiderato soprattutto dal Governo, invece abbiamo assistito ad una sorta di immobilismo istituzionale, alla mancanza di iniziativa nel far ripartire le attività che potrebbero farlo senza troppi problemi – come il golf – per una diffusa tendenza a non volersi assumere responsabilità decisionali.
Come immagina la ripartenza e come vi state muovendo affinché possa accadere il prima possibile?
La ripartenza sarà l’evento più importante e più straordinario nel nostro circolo. Io e i miei stretti collaboratori non ci siamo mai fermati. Abbiamo lavorato su vari fronti: i ragazzi che si occupano della manutenzione al campo si sono impegnati prontamente per preparare in maniera impeccabile -come loro sanno fare – il percorso di gioco; insieme ai nostri consulenti abbiamo predisposto un protocollo operativo che auspico ci permetterà di riaprire in sicurezza già a partire dal 4 maggio. Naturalmente non possiamo ignorare le conseguenze pesanti che derivano dal periodo di lockdown, i grossi disagi dal punto di vista finanziario che si ripercuoteranno sul bilancio dei nostri circoli. Pertanto, sono convinto che in questa fase due ci sia bisogno di concentrarsi in nuove sfide, di fare nuovi progetti e programmi per contrastare il danno del Covid-19. Siamo tutti consapevoli che il turismo sarà il comparto più danneggiato e, per cercare di sostenere anche la destinazione Italia, dobbiamo essere bravi ad intercettare il turista golfista nazionale per portarlo in Abruzzo, una regione stupenda, ricca di attrazioni naturalistiche e culturali, ma soprattutto tra le meno colpite da questo virus. A breve comunicheremo a tutti i nostri soci il protocollo operativo del Miglianico Golf Club e sono convinto che, grazie a tutto lo staff e ai nostri soci, ripartiremo ancora più forti di prima.
Sarà complicato riprendere a giocare a golf? Ci saranno nuove regole e nuove precauzioni?
La Federazione Italiana Golf ha già presentato, all’attenzione dell’Ufficio Sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, una nuova bozza di regolamento che andrà ad integrare delle norme – ripeto – già estremamente rispettose del distanziamento sociale richiesto, con alcune accortezze ulteriori che andranno osservate alla riapertura degli impianti sportivi da parte di tutte le persone che li frequentano, dai tesserati agli addetti ai lavori. Io stesso – ripeto – ho sottoposto al Prefetto di Chieti un programma operativo specifico per la riapertura del Golf Club di Miglianico.
Come se la immagina la riapertura dell’impianto dal punto di vista “umano”? Da quello che ha potuto sentire, pensa che i suoi soci si sentano “pronti” a tornare a giocare?
I nostri soci non aspettano altro che poter tornare a giocare. Noi golfisti abbiamo le risorse psichiche necessarie per far fronte alla ripresa: siamo abituati a rispettare regole rigide e amiamo una disciplina che ci ha abituati al dialogo interiore e alla gestione dei sentimenti. Dovremo fare i conti con diversi cambiamenti che incideranno su tanti aspetti della nostra quotidianità e delle nostre abitudini, ma non nel golf. I golfisti hanno un vantaggio: poter riprendere una pratica così come la avevano lasciata.
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