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Renato Paratore è nato a Roma il 14 dicembre 1996 e si è formato golfisticamente al Parco di Roma Golf Club.

E’ passato professionista il 13 novembre 2014 dopo un’ottima carriera da dilettante. E’ entrato nella squadra azzurra all’età di 14 anni e ne è stato una delle colonne portanti.

Si è messo in evidenza nel 2011 imponendosi nel Campionato Internazionale d’Italia Under 16, poi nel 2012 ha ottenuto i primi due titoli fuori dei confini italiani (Individuale European Young Masters in Spagna e Junior Open in Inghilterra). Nella stessa stagione ha vinto con la formazione europea il Jacques Léglise Trophy (Continental Europe 13,5 – GB&I 10,5) e partecipato alla Junior Ryder Cup (Usa 14,5 – Europa 9,5). E’ stato nel team del Parco di Roma, campione italiano assoluto a squadre.
Alla fine del 2013, dopo una serie di ottimi piazzamenti in maglia azzurra, ha fatto suo il prestigioso Junior Orange Bowl International Golf Championship. E’ giunto secondo nell’English Boys U18 Open Stroke Play Carris Trophy dopo playoff (Inghilterra) e terzo nella Copa RCS Sotogrande (Spagna). Ha fatto parte della squadra nazionale Boys che ha conquistato il “bronzo” ai Campionati Europei e nuovamente della formazione del Resto Europa al Jacques Léglise Trophy (GB&I 15 – Continental Europe 9). In Italia si è fregiato del tricolore foursome (con Enrico Di Nitto) e del titolo laziale a squadre con la compagine del Parco di Roma G&CC. Si è classificato secondo nel Trofeo Umberto Agnelli e terzo nel Campionato Nazionale Dilettanti e nella Coppa d’Oro Città di Roma. Ha disputato alcuni tornei con i professionisti compresi Open d’Italia (38°) e Campionato Nazionale Open (quarto).

Il 2014 è stato trionfale. Lo ha iniziato vincendo il Portuguese International Amateur Championship (Portogallo), ed è stato uno dei punti di forza della squadra continentale che si è imposta nel Bonallack Trophy (sfida con la selezione asiatica), e della formazione azzurra “Boys” che ha trasformato il bronzo dell’anno precedente in oro. Dopo due successi in Italia (Campionato Nazionale Medal e Trofeo Umberto Agnelli) e andato in Cina a disputare i Giochi Olimpici Giovanili dove ha conquistato la medaglia d’oro nell’individuale e quella di bonzo nella competizione per team (con Virginia Elena Carta).


E’ stato uno dei componenti della formazione del Parco di Roma Golf Club che ha brillato nei Campionati Italiani Assoluti a Squadre e che subito dopo si è imposta nel Campionato Europeo per Club (European Men’s Club Trophy).


A novembre ha affrontato la Qualifying School dell’European Tour iniziando dallo Stage 2 dove è stato promosso alla finale di Girona con l’ottava piazza. Nella kermesse spagnola su 108 buche ha conquitato la ‘carta’ per l’European Tour con un brillante terzo posto. Ha concluso la stagione imponendosi nel Campionato Nazionale Open sua prima gara da professionista.

Nel 2015 è partito molto bene sull’European Tour, superando il taglio nelle prime sette gare con miglior risultato il 13° posto nel Dubai Desert Classic e questi altri piazzamenti: 26° Alfred Dunhill Championship, 38° Qatar Masters, 46° Joburg Open, 57° Abu Dhabi Championship, 62° South African Open, 75° Thailand Classic. Dopo questa buona striscia sono iniziati i problemi e il lento scivolamento all’indietro nella money list. Nei successivi 22 tornei è andato a premio solo sette volte: 5° D+D Real Czech Masters, 18° Volvo China Open, 22° Scottish Open, 24° European Masters, 32° Lyoness Open, 44° Shenzhen International e 57° Portugal Masters. Malgrado ciò nell’ultima gara disputata, l’Hong Kong Open (107° nell’ordine di merito alla vigilia) gli sarebbe bastato passare il taglio per conservare la ‘carta’, ma nel secondo giro è accaduto l’imprevedibile. Infatti è incappato in una squalifica per aver firmato uno score sbagliato e non è stato più padrone del suo destino. A due buche dal termine il romano era fuori, perché il 110° e ultimo posto nell’ordine di merito, valido per rimanere nella grande ribalta, era in mano all’inglese Ben Evans, ma alla 17ª un birdie dell’altro inglese Matt Ford ha fatto retrocedere di un posto in classifica il suo connazionale, mettendolo fuori gioco, e Paratore è rimasto nel tour. Poi alla revisione della Race To Dubai ha ottenuto ufficialmente la 109ª posizione essendo stato escluso Patrick Reed.

Nel 2016 c’è stato il salto di qualità con prestazioni progressivamente sempre più convincenti. Nella prima metà della stagione ha praticamente messo al sicuro la ‘carta’ in 15 gare, andando a premio in 11 occasioni e con un decimo posto nel Trophée Hassan II in Marocco (altri risultati: 26° Dubai Desert Classic, 27° South African Open, 29° Qatar Masters, 34° China Open, 40° A. Dunhill Championship, 43° BMW PGA Championship, 56° Open de España,  58° Irish Open, 68° Shenzen International, 72° Indian Open).
Reso più tranquillo e, soprattutto, acquisendo sempre maggior conoscenza dei propri mezzi e sorretto da una grinta e da una saldezza di nervi invidiabile per un ragazzo della sua età, si è proposto un nuovo traguardo: entrare tra i primi 60 della Race to Dubai, ossia nell’élite del circuito.
Due settimi posti in tornei importanti come l’European Masters e il Dunhill Links Championship sono stati fondamentali per raggiungere le Final Series, ossia le ultime tre ricchissime gare del tour, ma hanno contribuito anche i premi acquisiti in questi eventi: Paul Lawrie Match Play (17°), Made in Denmark (18°), European Open (20°), British Masters (22°), D+D Czech Masters (27°), Scottish Open (57°), Italian Open (71°), Portugal Masters (73°). Nelle prime due gare delle Final Series, il Turkish Open e il Nedbank Golf Challenge, con due 25.i  posti è riuscito a raggiungere il 60° nell’ordine di merito. In tal modo ha staccato il biglietto per Dubai, dove si è classificato 30° nel DP World Tour Championship e ha chiuso la stagione in 57ª posizione nella Race to Dubai, ottimo punto di partenza per il 2017. E’ stato il giocatore con più gare disputate sul circuito 2016: 33 con soli 8 tagli subiti. E’ giunto secondo nell’ordine di merito italiano alle spalle di Francesco Molinari.
Nel 2017, quasi una conseguenza dei progressi dell’anno precedente, ha colto il primo successo in carriera nel Nordea Masters dove, con un gran finale, ha messo alle corde due giocatori di peso come Chris Woods e Matthew Fitzpatrick. E’ stato, comunque, piuttosto alterno. Ha disputato 27 tornei superando il taglio in tredici occasioni e ottenendo, oltre al titolo, anche due top ten: sesto nel BMW International Open e ottavo nel Trophée Hassan II. Sicuramente migliore la prima parte della stagione in cui ha ottenuto i tre risultati più significativi. Dopo il successo in Svezia il suo rendimento è sceso e nelle successive dodici gare è andato a premio solo cinque volte., Gli altri risultati: 18° Volvo China Open, 20° Maybank Championship, 23° Rocco Forte Open e Valderrama Masters, 42° Dubai Desert Classic, 45° Tshwane Open, 56° Turkish Airlines Open, 60° Nedbank Golf Challenge, 61° Scottish Open, Il successo nel Nordea Masters gli ha consentito di disputare il suo primo torneo WGC, il Bridgestone International, dove è terminato 44°. Secondo nell’ordine di merito italiano e 73° in quello dell’European Tour.

Il 2018 è stata una stagione piuttosto altalenante per il romano, che ha disputato 28 gare sull’European Tour conseguendo quattro top ten, ma ha anche mancato il taglio in 15 occasioni, Tuttavia andando a premio 13 volte è terminato 81° nella Race To Dubai, l’ordine di merito del circuito. Nelle sue prestazioni hanno inciso anche alcuni cambi apportati al gioco che hanno richiesto tempo per l’adattamento. Ha offerto la migliore prestazione nel Porsche European Open, dove è terminato secondo e in cui un suo colpo sull’ultima buca gli ha fatto sfiorare il successo nello “Shot of the year” dell’European Tour 2018 in cui si è classificato alle spalle del vincitore Eddie Pepperell. Ha firmato il quarto posto nel Qatar Masters e il settimo nel BMW SA Open. Ha difeso per la prima volta i colori azzurri nella World Cup of Golf, insieme ad Andrea Pavan, e l’Italia ha occupato la sesta piazza. Altri piazzamenti: 21° Open de España, 27° Portugal Masters e Nedbank Golf Challenge, 30° Turkish Airlines Open, 32° Alfred Dunhill Links Championship, 36° D+D Czech Masters e KLM Open, 40° Irish Open e 61° Trophée Hassan II. Ordine di merito italiano: terzo.

Nel 2019 non ha offerto grandi impennate, a parte un ottavo posto nel British Masters, ma sia pure con prestazioni altalenanti è andato spesso a premio subendo solo otto tagli sui 26 tornei disputati in Europa conservando la ‘carta’. Ha iniziato la stagione a dicembre 2018 con il 19° posto nell’Australian PGA e poi ha ottenuto questi risultati: 12° Omega European Masters, 18° Saudi International, 20° Scandinavian Invitation, 21° Portugal Masters, 28° Scottish Open, 29° Belgian Knockout, 35° Kenya Open, 36° Turkish Airlines Open, 39° D+D Czech Masters, 40° Open de France, 41° BMW PGA Championship, 48° Italian Open, 54° Abu Dhabi Championship, 61° Alfred Dunhill Links, 68° BMW International Open, 69° Volvo China Open. A giugno ha disputato il suo primo major, l’US Open, uscendo al taglio. A dicembre ha iniziato nel migliore dei modi l’annata 2020 con il secondo posto nel Mauritius Open, dopo un playoff a tre. Ordini di merito: Race to Dubai (Eurotour): 88° con punti 593,5; italiano: 4° con punti 526.801,71. World Ranking a fine anno: 269°.

Ha iniziato in maniera positiva il 2020 disputando sull’European Tour, prima dello stop, sette gare andando a premio in sei occasioni con un bel secondo posto ottenuto nel Mauritius Open dopo playoff. Questi gli altri piazzamenti: 19° Alfred Dunhill Championship, 21° Abu Dhabi Championship, 27° Saudi International, 47° Qatar Masters, 74° Oman Open. Out nel Dubai Desert Classic. Alla ripresa è giunto 15° nell’Austrian Open e poi ha vinto il Betfred British Masters.

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