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Anche Bardarolo Royal & Ancient Golf Club veniva disputata la Pro-Am e se non eri 24 di handicap la Pro-Am non la potevi giocare.

Inutile dire che allo scopo di giocare tale rara competizione le gare di circolo giocate nelle domeniche precedenti erano all’insegna della truffa e dell’inganno.

C’era chi comprava libri di magia, chi andava a farsi fare le carte, chi si andava a togliere il malocchio e chi andava a giocare in allenamento con Forteguerri per vedere se riusciva a rubare senza farsi beccare, Forteguerri ti dava due colpi di penalità se non riparavi il pitch sul green.

La lista di attesa era sempre lunghissima, la squadra del maestro era già fatta da molti mesi ed era quasi sempre così composta:

1) Buroni handicap 6 circa due ore di lezione a settimana

2) Troiani handicap 22 circa 3 ore di lezione a settimana

3) Moglie di Buroni che era N.C. ma faceva 4 ore di lezione a settimana.

Quando la Pro-Am era ormai vicina il maestro tirava fuori la sacca grossa dallo sgabuzzino, la spolverava, controllava che i topi non l’avessero mangiata, guardava se c’era almeno un guanto, ci metteva dentro il set di ferri nuovi, il putt nuovo, il sand nuovo ed il Drive nuovo, sempre più grosso del precedente. Tutto perfetto come sempre anche il movimento era in linea come sempre anche se sul backswing aveva la schiena un po’ rigida a causa, diceva lui, dei freddi invernali appena trascorsi. La settimana passava in fretta e lo score era già nella mano del maestro quando lo starter credendo di incoraggiarlo gli diceva tutti i santi anni: “forza maestro tenga alto il nome del circolo.” Quel nome pesava come un macigno sulle spalle del maestro non allenato ma il Drive lo guardava e gli ispirava fiducia. La sacca era come un harem pieno di giovani donne danzanti che per lui avrebbero fatto qualunque cosa, ma lui voleva lei, Donna Drive. Donna Drive era lo spirito libero della sacca, che faceva come voleva, ma che tutto le si perdonava perchè era la più bella, era lo spirito ribelle che al campo pratica si concedeva, ma che in campo vestiva i veli della vergine ribelle, austera e “temperamentosa”.

Il maestro si sentiva confortato e gasato dai racconti di gioventù con i quali intratteneva i soci prima del suo drive, quando, diceva lui “andavo con tre donne tutta la notte e poi mi divertivo a vincere le gare in giro per il mondo, se non mi fossi rotto il menisco all’altezza delle cervicali adesso sarei un ottimo giocatore”. Finiti i racconti toglieva il cappuccio dal Drive e cominciava regolarmente a sfoggiare dati come se fossero stati la messa a punto di una macchina da corsa. I molti presenti rimanevano sbalorditi dalla sua professionalità: “extra stiff, 7 di loft, shaft in lega di titanio alpha-beta, grip in mezza corda, punto di flessione alto, lie 2° upright, 280 alla frequency, testa 2000 cc, però bisogna saperlo tirare altrimenti non serve”. Quel drive l’aveva tirato migliaia di volte ed era pronto ad evitare il lato sinistro perchè alla uno del Bardarolo Royal & Ancient Golf Club bisognava stare sulla destra. “Ma quello laggiù a destra cos’è?” urlò il maestro allo starter, “non è possibile. Chi ha detto di mettere l’out a destra?” gridò con la forza della disperazione guardando il presidente del circolo, negato a giocare a golf ma grande mafioso del posto messo alla presidenza proprio per avere qualche vantaggio politico e qualche intrallazzo conveniente col comune. “Lo ha deciso la commissione sportiva, hanno detto che per rendere il campo più interessante c’era da aggiungere qualche difficoltà e cosi Avo stamattina presto ha aggiunto 4 out of bounds interni al percorso. Che ne pensa maestro?”  Fra mandarlo a fare in culo e la signorilità, il maestro sceglieva sempre quando poteva la signorilità, ma da quel momento cominciò a pensare di poter giocare il ferro 5 in sicurezza invece del drive. Dentro di sè il maestro confuso diceva ripetutamente no allo sguardo che sempre più furbescamente gli suggeriva di usare il ferro 5.

Nei pochi minuti precedenti la partenza rimbalzò come una palla matta fra l’ipotesi del Drive e quella “codarda” del ferro 5, ma alla fine giunse ad una conclusione.. “meglio bruciare subito che spegnersi lentamente usurati da sequenze di bogey dettati dalla paura di attaccare la buca, quindi vada per il Drive, per Donna Drive”. Brucino pozzi di petrolio, ma oggi me la voglio godere, prenderò il viagra ma Donna Drive sarà mia.

Tutti lo guardavano addressato mentre faceva cenno alle altre donne dell’harem di andarsene perchè era giunto il momento di possedere Donna Drive fino in fondo. Il maestro le disse di iniziare e lei con movimenti sinuosi si tolse i veli uno ad uno muovendo il bacino con sensualità, il maestro si sentiva eccitato, si sganciò i pantaloni si tolse la giacca e rimase in mutande, non aveva più vent’anni ma l’esperienza per farla impazzire non gli mancava, l’abbracciò mentre lei si dimenava come una belva inferocita, le tolse gli ultimi veli mentre lui stesso si toglieva i boxer, ma maledizione.., non è possibile.., non glielo aveva mai fatto prima e guarda invece adesso sul tee della uno davanti a tutti… Forse la stanchezza, forse aveva dormito poco, forse l’età, comunque sia il caro maestro di circolo aveva fatto cilecca, la palla era persa nell’out a destra, e contando il colpo di penalità…anche lui tirò subito il terzo.

Continua…

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