In questo mese tratterò un punto cardine del lavoro mentale, non solo nel golf, ma anche nella nostra vita privata e lavorativa.
Questi principi, vengono applicati nei modelli manageriali più all’avanguardia, per avere un’ordine di grandezza negli USA il 90% delle aziende definite “virtuose” utilizza costantemente il coaching, in UK l’80% e in Australia il 70%.
Qual’è questo argomento? Le interferenze
Le interferenze possono essere sostanzialmente di due tipi, interne ed esterne.
Sono entrambe molto influenti nelle nostre performance, spesso prendono il sopravvento e ci paralizzano.
La cattiva notizia è che non è affatto facile gestirle e ci vuole tempo. La bella notizia è che ci si può lavorare molto e i risultati miglioreranno nettamente.
Il primo step è riconoscere l’interferenza, sembra banale ma è inizialmente la cosa più difficile e importante, poi con l’esperienza si imparerà a riconoscerla con i giusti tempi, ma per ora focalizziamo la nostra concentrazione sul puro riconoscimento.
Per riconoscere una interferenza ci sono vari metodi, ognuno ha i suoi processi mentali e avrà la sua ricetta personalizzata, ma un principio comune a tutti è porre l’attenzione su un fattore fisico comune, il proprio battito cardiaco.
Quando andiamo in agitazione il ritmo respiratorio aumenta e il battito cardiaco accelera; questa cosa succede anche quando giochiamo a golf, quindi una buon metodo è porre attenzione al nostro battito, se notiamo che accelera chiediamoci il perché.
Se accelera perché siamo in affanno fisico, ok nessun problema, se accelera perché abbiamo paura, abbiamo iniziato a capire che c’è una interferenza nella nostra mente.
Vi invito ad allenarvi a riconoscere la velocità del vostro battito in campo, ma anche al lavoro o in casa, cercate di farlo 4-5 volte al giorno, vedrete che dopo una settimana avrete una consapevolezza molto migliore del vostro stato.
Appuntamento alla settimana prossima con un’altra pillola interessante, ma se vuoi leggere gli altri articoli visita la sezione qui su Wegolfers.