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Un prezioso e divertente saggio di Paolo Maurensig per orientare il nostro gioco.

“In ogni vero uomo – e in ogni vera donna, aggiungeremmo oggi – è nascosto un bambino che chiede di giocare”. In questa frase di Nietzsche che Maurensig decide di citare descrivendo vizi e virtù dei golfisti incalliti si nasconde il senso di questo libro.

Un libro curioso, insolito, che affronta con un approccio molto personale e inedito tutti gli incubi che perseguitano ogni golfista. Paolo Maurensig non dovrebbe avere bisogno di presentazioni. È un autore conosciuto e riconosciuto. Il suo primo libro di successo, il pluripremiato “La variante di Lüneburg” è il caso letterario del 1993, il secondo “Canone inverso” diventa un film di successo diretto da Ricky Tognazzi. Uomo elegante, defilato e perfino un po’ misterioso, Maurensig sembra incarnare al meglio le qualità dell’abile giocatore di scacchi e di golf. L’autore confessa di essersi avvicinato al golf solo a cinquant’anni vincendo la ritrosia nei confronti di quello che immaginava essere un ambiente esclusivo ed elitario. Ma come tutti, una volta riuscito a fare uno swing degno di questo nome e avere visto finalmente la pallina alzarsi e volare, ammette di essersi sentito inevitabilmente stregato per sempre. Maurensig non ha la pretesa di insegnarci a giocare, ma con uno stile rilassato e ironico condivide con noi le emozioni che proviamo sul green e la sua personalissima scoperta: farsi guidare dal naso. Dopo avere descritto i fondamenti del gioco e le sue caratteristiche a beneficio del neofita o del lettore più inesperto, dopo avere analizzato le passioni e le ossessioni di ogni golfista e le paure, gli errori, lo stato di grazia e l’euforia del colpo riuscito, Maurensig ci svela finalmente il suo metodo e l’importanza dell’uso dell’unica parte del corpo umano che forse era stata tralasciata dai grandi maestri. Lo scrittore ci presenta il naso, questo nuovo dispositivo gogoliano: indispensabile per l’address, oscilloscopio del nostro allineamento, fondamentale per prendere la mira, indicatore del finish più riuscito e aiuto indispensabile nel putt. Il naso, inquadrato una volta con il solo occhio sinistro, altre volte con il destro, altre volte ancora con tutti e due, diventa il puntatore capace di dirigere i tiri, il segnalatore della corretta posizione della testa e il mirino con cui allineare l’obiettivo.

Il libro di Paolo Maurensig si legge con gusto senza un attimo di noia. Non essendo l’autore il solito grande campione, né l’allenatore delle grandi stelle del tour, né un preparatore atletico in disarmo convertito alle tecniche di self-help, la scrittura del libro è spigliata e la lettura è scorrevole e divertente. E pazienza se dopo avere letto questo libro oltre a pensare alla posizione delle nocche e delle dita nel grip, al movimento delle spalle, alla rotazione del bacino, all’inclinazione del ginocchio, a quanto è disteso un braccio e a quanto è aderente l’altro, al peso che si trasferisce da qui a là, alla posizione della testa dovremo aggiungere anche il naso, ne sarà valsa la pena.

“Il Golf e l’arte di orientarsi con il naso”, Mondadori, 2012, 144 pagine e disponibile su Kindle.

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