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Il golf è uno sport noioso.

Noioso nel senso che richiede dei gesti il più possibile ripetitivi e uguali a se stessi. Il che si traduce di fatto nella routine: la routine è una procedura utilissima per fare in maniera che i nostri colpi (il putt soprattutto, ma non solo) siano il più possibile ripetitivi.

Vediamo quel che ne pensa Tiger (in How I play golf, pp. 30-31, traduzione mia):

Non importa quale sia esattamente la tua routine (le variazioni possibili sono molte): il punto è compiere sempre gli stessi gesti su ogni singolo putt.

La cosa importante riguardo alla mia routine è che non la cambio mai. La eseguo sempre alla stessa velocità e con gli stessi passi ogni singola volta. Non solo raccolgo tutte le informazioni di cui ho bisogno per il putt stesso, ma anche mi dispongo nel miglior stato mentale per tirare il putt. Quando porto il putt all’indietro per eseguire il colpo sono in pieno flow, sia fisico che mentale. Ecco quel che una buona routine fa per me e può fare per te.

Ricordo anche di aver letto, su un “Golf Digest” di molti anni fa, il padre Earl che descriveva ad un giornalista la routine del figlio nel putt. La cosa interessante era che mister Woods era di spalle al figlio e descriveva esattamente al giornalista i gesti che il figlio stava compiendo nel momento esatto in cui li faceva. E questo perché il suo è un esempio fantastico di routine.

Il putt, naturalmente, è solo un esempio, anche se il più evidente. Ma il discorso si può allargare in più direzioni. Vediamole.

Si applica, ovviamente, agli altri colpi: è scontato che la routine è importante per tutti i colpi che tiriamo durante una gara (o anche un semplice giro con gli amici). La routine per un drive o un ferro sarà differente rispetto a quella per il putt, ma è importante che esista e che se ne sia consapevoli (o anche inconsapevoli, ma solo dopo averla appiccicata a noi stessi come un vestito che si adatta perfettamente a noi, ovvero come qualcosa che facciamo in automatico senza nemmeno rendercene conto).

Si applica alle ore che precedono una gara, a partire dalla sera prima fino all’arrivo al campo, alla preparazione mentale, al riscaldamento e così via.

Si applica, infine, anche a gara conclusa. In questo caso le regole sono meno fisse, ma è importante, a gara finita e in un momento di tranquillità, rivedere nella propria mente i colpi tirati, esaminarli, soprattutto individuare gli errori compiuti e quali sono stati i punti di debolezza per poterci poi lavorare in seguito.

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