Non voglio addentrarmi in concetti troppo neurologici, mi scuso in anticipo per le semplificazioni con neurologi, psichiatri e psicoterapeuti, ma voglio fare passare alcuni concetti in maniera semplice per aiutare tutti i golfisti a comprendere meglio come mai quando ci addressiamo sulla palla ci vengono mille paranoie.
La nostra mente è sostanzialmente divisa in due parti: la parte conscia e la parte inconscia.
La parte conscia è quella che comandiamo direttamente, per esempio adesso che sono al pc a scrivere questa pillola, sto ragionando su cosa scrivere, la mia mente è concentrata sull’argomento. Allo stesso tempo le mie dita si muovono sulla tastiera in maniera veloce, senza che io pensi a dove sono posizionate le lettere, qui sta lavorando la mia mente inconscia.
La mia mente inconscia ha esperienza, si ricorda dove sono le lettere e, senza la mia concentrazione attiva, fa il lavoro quasi in autonomia. L’esperienza è molto importante in questo, è come quando vado in bicicletta, non penso a spingere le gambe in maniera alternata e ad inclinarmi leggermente nelle curve senza girare troppo il manubrio: il mio corpo lo fa in maniera naturale, perchè lo fa da più di 30 anni, al contrario i miei figli, che hanno 3 anni e mezzo, stanno imparando ad andare in bicicletta e quindi devono porre tutta la loro attenzione sui movimenti.
Nello swing è la stessa cosa, più mi alleno più mi sarà naturale farlo, ma c’è moltissima differenza tra l’allenamento consapevole e il tirare delle palline a caso al driving range.
Durante l’allenamento in campo pratica devo porre l’attenzione – la mia mente conscia – su cosa devo migliorare. Può essere la rotazione dei fianchi, il gomito, il grip o tutto quello che mi dice il maestro.
Ma focalizzare l’attenzione su troppe cose contemporaneamente non è funzionale, non mi migliora. Meglio una o due cose alla volta, poi pian piano tutto il resto.
Spesso consiglio ai miei allievi di fare mezzo cestino di palline per ogni aspetto dello swing da migliorare e finire la pratica tirando 10-15 palline con il corpo libero di muoversi naturalmente.
Nelle ultime palline non si deve focalizzare l’attenzione su un aspetto da correggere, ma si deve lasciare che accada naturalmente, come quando si va in bicicletta, ma bisogna porre l’attenzione sulle sensazioni che si provano.
Appuntamento alla settimana prossima con un’altra pillola interessante, ma se vuoi leggere gli altri articoli visita la sezione qui su Wegolfers.