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Anche voi quando fate la garetta di circolo domenicale, con in palio 3 bottiglie di vino, vi sentite ansiosi come se doveste fare l’ultimo giro ad Augusta…?
Siamo forse matti?
Assolutamente no, la pressione di una competizione è assolutamente normale, l’adrenalina aumenta nel nostro corpo, sopraggiunge la paura, la voglia di fare la gara della vita, arriva l’eccitazione poi nuovamente la paura.

Tutti queste sensazioni, questi stati d’animo, sono naturali e comuni, non dobbiamo cercare di eliminarle, poichè verremmo amaramente sconfitti, dobbiamo cercare di riconoscerle e gestirle.
La gestione delle emozioni è una pratica che va allenata, non solo nel golf, ma in tutti gli ambiti della vita, a tale proposito vi consiglio di leggere i libri di Daniel Goleman psicologo insegnante ad Harvard.

Tornando al nostro amato golf, per cercare di gestire al meglio le emozioni pre-gara, una cosa fondamentale e molto importante è la gestione del riscaldamento.

Innanzitutto prendetevi il tempo necessario, molte persone arrivano sul tee della 1 con il fiatone e mezzo cestino di palle tirato a raffica… Ecco, questo non è per nulla funzionale, anzi è peggio, se siete tirati con i tempi piuttosto fate giusto 2 putt e 2 approcci e swingate a vuoto prima di iniziare la gara.
Il riscaldamente serve per riscaldare i muscoli, ma anche per cercare le sensazioni giuste, per auto ascoltarsi, quindi è importante farlo in maniera molto concentrata e una volta trovato il nostro riscaldamente ideale ripeterlo sempre uguale.
Il riscaldamento migliore, secondo i maestri e i campioni dei Tour professionistici, parte dal putt poi approcci e poi driving range.
Nel putt consiglio di provare a simulare il più possibile il campo, ovvero se siete abituati a utilizzare la linea di allineamento sulla pallina, fatelo anche in questa fase, lo scopo è capire la velocità del green e le nostre sensazioni di giornata, quando ci sentiamo a nostro agio facciamo ancora 4-5 putt cercando di riprodurre quella sensazione, quello stato mentale, cogliendo tutte le sfumature sensitive, dal suono dell’impatto alla tensione delle mani all’aria che entra nel nostro naso.
Queste saranno le sensazioni positive che vogliamo riprovare in campo, e più le abbiamo chiare, più sarà facile ripeterle.
La stessa cosa vale per gli approcci, a correre, a volare, ma qui dobbiamo anche cogliere le migliori sensazioni tra un wedge e un’altro, in quale mi sento più a mio agio oggi?
Questo servirà in gara per minimizzare i dubbi di scelta, spesso ci assalgono dubbi del tipo: meglio un chip o un flop shot?
Il dubbio ci preoccupa, la preoccupazione ci fa paura, la paura ci irrigidisce… qui nel riscaldamento dobbiamo eliminare i dubbi, dobbiamo sperimentare e uscirne con delle certezze, le nostre certezze personali di giornata, non delle certezze assolute.
Arrivati poi nel driving range, partiamo dai ferri corti per poi arrivare al drive, e come negli approcci dobbiamo sperimentare le sensazioni di giornata per arrivare con delle certezze.
Gli ultimi 10 minuti prima del tee-time, smettiamo di tirare, avviamici lentamente verso il tee della 1 e nel frattempo, focalizziamoci sulla respirazione, non pensiamo alla gara, non pensiamo al riscaldamento, non pensiamo ai consigli del maestro, non pensiamo alla birra di fine gara… Pensiamo solamente a respirare lentamente e a rilassare tutto il corpo.
Girati gli score, cerchiamo di focalizzarci sulle sensazioni del primo Tee Shot e quando è il nostro turno, facciamo un bel respiro, scarichiamo la tensione e inspirando carichiamoci di energia positiva, andiamo sulla palla facendo la nostra routine, non pensiamo al risultato, lasciamo che il corpo esegua lo swing, il corpo sa farlo e noi ci fidiamo del nostro corpo.

Appuntamento alla settimana prossima con un’altra pillola interessante, ma se vuoi leggere gli altri articoli visita la sezione qui su Wegolfers.

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