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La pandemia di Covid-19 sta creando effetti devastanti sulle vendite e sui cicli di presentazione e lancio delle attrezzature e ne creerà altri nei prossimi mesi quando il blocco sarà terminato.

Analizziamo come il Covid-19 sta influenzando il mondo dell’attrezzatura.

Sappiamo molto bene come il golf non è restato immune dagli effetti del coronavirus: con i circoli ed i proshop chiusi, la domanda di nuove attrezzature è pressochè inesistente, il che sta avendo un impatto enorme sui produttori.

Si parla di esuberi, licenziamenti e chiusure di fabbriche e ciò sta accadendo in tutti i settori del mondo. L’interesse che le case avevano suscitato con i lanci di nuovi prodotti all’inizio dell’anno è di fatto svanito, e ci si domanda che cosa potrebbe accadere quando le cose torneranno a un relativo stato di normalità.

Le linee di prodotti come Mavrik di Callaway e SIM di TaylorMade, per quanto all’avanguardia, non avranno probabilmente il tempo necessario per essere venduti, e i rivenditori avranno scorte di cui dovranno liberarsi.

La durata di questo stop potrebbe portare a una fase di prezzi particolarmente scontati applicati per poter vendere le giacenze in tempo per l’inizio del 2021. Questo potrebbe riguardare tutti quei rivenditori che si sono impegnati con grossi ordini alla fine dello scorso anno e che non avrebbero mai potuto prevedere cosa sarebbe successo. La politica degli sconti non sarà di certo l’ideale, ma forse un abbattimento dei margini di profitto è meglio rispetto agli stock di invenduto che rimarrebbe giacente nei magazzini.

Tuttavia bisogna anche considerare quei golfisti che hanno acquistato i nuovi bastoni a prezzo pieno prima del blocco: si sentiranno gravemente danneggiati se i produttori ed i distributori decideranno di abbassare i loro prezzi. Sarà necessario quindi raggiungere il giusto equilibrio e compromesso.

Un’alternativa, e forse una strategia preferibile per le aziende, sarebbe un’estensione dei cicli vitali del prodotto rispetto allo standard al quale siamo abituati.

  • Per TaylorMade e Callaway, ad esempio, questo ciclo avviene ogni anno e potrebbe esserci la possibilità di non vedere nulla di nuovo da parte loro il prossimo gennaio, soprattutto se il blocco dura più del previsto.
  • PING esce con i nuovi prodotti dopo cicli di 18 mesi e ci si aspettava la sostituzione del Driver G410 questa estate, ma ora sembra molto probabile che verrà posticipata.
  • TITLEIST invece ha lanciato i Driver TS2 e TS3 a Settembre 2018 ed era pianificata l’uscita di nuovi prodotti entro la fine del 2020. Di solito questo accade in occasione di eventi specifici del Tour in modo da farli utilizzare immediatamente ai loro giocatori del TEAM, ma il nuovo calendario del PGA Tour, sempre che venga rispettato, potrebbe non essere ideale per il lancio.

Le decisioni andranno valutate e la sfida non è facile da vincere perchè l’apprezzamento del prodotto ed il desiderio di acquisto dei consumatori tende a calare durante il secondo anno dal lancio e le case potrebbero anche trovarsi a dover competere con prodotti nuovi di altre marche.

Le domande a questo punto sono:

  • La ripresa sarà allineata a livello di tour professionistici e golf amatoriale?
  • Avere il golf in TV, all’inizio senza pubblico, e iniziare a calpestare i fairway al di fuori delle competizioni stimolerà la gente ad acquistare un nuovo driver da 500 euro?

È logico che la salute fisica e finanziaria sono ora le priorità anche dei golfisti e delle loro famiglie, ma se consideriamo che gli aspetti positivi negli ultimi mesi sono stati difficili da trovare, forse una corsa all’acquisto potrebbe portare ad una piccola gioia. Noi di Wegolfers vi consigliamo di curiosare sul sito di Mulligan, storico negozio di Milano, che in questo periodo di chiusura forzata continua ad essere operativo con la vendita on line di molti prodotti. Fateci una visita perchè troverete molti articoli interessanti alcuni dei quali fortemente scontati.

Alla fine, questa è forse una congettura, e nel grande schema delle cose il nostro mondo può sembrare in qualche modo irrilevante, ma tutto il settore golf è sotto pressione ed è lasciato in un limbo in attesa della fine del blocco. Un ritorno sicuro alla normalità prima o poi è ciò di cui anche l’industria del golf ha bisogno.

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